Sito ufficiale di Alessio D’Amato

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Lavoro: promuovere le competenze e favorire l'innovazione

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”

Art. 4, Costituzione italiana

 

“La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro”

Art. 35, Costituzione italiana

Vogliamo una Regione che stia al fianco delle cittadine e dei cittadini del Lazio in questo passaggio così difficile dell’economia e della società. 

Ci sono gli effetti della crisi, il lavoro povero, il lavoro precario, le implicazioni legate all’impatto sul mondo del lavoro delle nuove tecnologie, le sfide del lavoro agile. C’è da aumentare il peso dell’occupazione femminile con un’azione congiunta per l’avvio al lavoro e per la conciliazione vita-lavoro e da promuovere l’occupazione giovanile, favorendo un ingresso dignitoso delle nuove generazioni nel mercato del lavoro. E c’è la necessità di formare lavoratrici e lavoratori che siano protagonisti delle sfide che il tessuto produttivo del Lazio deve affrontare in questi anni: a partire dalla trasformazione digitale e quella verde.

Siamo preparati a tutto questo. Siamo ‘per’ le politiche attive del lavoro da molti anni. Siamo una Regione che ha sviluppato un sistema di governance dei servizi per il lavoro fondato su una collaborazione piena e trasparente tra il pubblico e il privato. Siamo una Regione all’avanguardia, con il “Patto per le competenze”, nel cercare un raccordo sempre più stretto tra formazione e bisogni delle imprese, nella convinzione della centralità delle nuove competenze in questa fase di transizione. Lo dicono i numeri. Solo tra il 2021 ed il 2023 500 milioni di euro per generare lavoro di qualità. E continueremo ad investire: anche grazie all’Europa con le risorse del PNRR e con le risorse del Fondo Sociale Europeo per il periodo 2021-2027. Le nostre linee di azione saranno le seguenti.

 

Cooperazione tra l’istituzione regionale e le parti sociali, le categorie produttive e le associazioni di categoria

Per noi intervenire sul mercato del lavoro significa prima di tutto un metodo: quello della concertazione. I nostri interventi sono e saranno definiti insieme alle parti sociali. Ascoltando i bisogni di lavoratori e imprese e decidendo, insieme, le misure da adottare. Un metodo di lavoro plurale che contribuisce, nel merito, alla qualità delle nostre decisioni.

Un metodo che facciamo concretamente nostro a partire dall’adozione delle indicazioni della Commissione europea in tema di Sustainable Public Procurement (SPP) per “realizzare un equilibrio appropriato tra le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, economica, ambientale e sociale” nell’acquisizione di beni, servizi o lavori, in tutte le fasi del processo di approvvigionamento. Una indicazione che abbiamo applicato e continueremo ad applicare agli appalti pubblici per le forniture di servizi alla Regione, che già oggi prevedono il vincolo per le aziende partecipanti di garantire perlomeno le stesse condizioni contrattuali e salariali praticate dai precedenti fornitori, ivi compresi gli scatti di anzianità e la contrattazione di secondo livello. 

 

Riduzione della disoccupazione attraverso interventi di politica attiva del lavoro: il modello CPI Lazio

Il nostro obiettivo è continuare a riformare in profondità le politiche attive del lavoro per ridurre una disoccupazione che è ancora troppo elevata. Nel terzo trimestre 2022 – ultima rilevazione Istat – i disoccupati nel Lazio erano 184mila, in calo di 45mila unità rispetto allo stesso periodo del 2021, ma ancora troppi per una regione e un tessuto produttivo che sarebbe in grado di occupare 50mila persone in più (dati Unioncamere-Anpal, gennaio 2023), soprattutto nel settore manifatturiero, se trovasse le professionalità adatte. Per questo serve la formazione continua e un sistema efficiente che faciliti l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Le misure che metteremo in campo vogliono trasformare i Centri per l’Impiego in vere e proprie ‘Agenzie di transizione’, dotate di servizi sempre più capaci di guidare le nostre lavoratrici ed i nostri lavoratori nella ricerca di nuove collocazioni professionali. 

In questa direzione continueremo l’opera di rafforzamento – quantitativo e qualitativo – dell’Agenzia “Spazio Lavoro” e del modello CPI Lazio. In particolare:

  • rafforzando il personale: sia incrementando il numero degli operatori, sia formandoli per aumentare le loro competenze;
  • investendo sull’ammodernamento dei Centri per l’impiego (CPI) del nostro territorio,
    • con un potenziamento infrastrutturale e con un’identità visiva uguale per tutti i CPI del Lazio;
    • aprendo nuove sedi per rafforzare la prossimità, la qualità e i servizi a disposizione di cittadini e imprese;
    • migliorando la dotazione tecnologica e digitale per migliorare l’incontro tra domanda ed offerta;
  • istituendo l’Osservatorio del mercato del lavoro regionale;
  • aprendo nelle città capoluogo di Provincia 5 hub specialistici sub-regionali, specializzati in attività e servizi per il lavoro.

Nella stessa ottica svilupperemo la collaborazione con gli sportelli “Porta Futuro” per una sempre maggiore complementarità delle rete e per l’ampliamento delle opportunità di accesso ai servizi per il lavoro.

Sono passaggi possibili anche grazie al Programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori) finanziato con le risorse del PNRR: un’occasione unica per riorganizzare e potenziare la rete dei servizi per il lavoro della nostra regione, per affermare un vero e proprio ‘modello Lazio’ in questo settore così cruciale per la vita delle nostre cittadine e dei nostri cittadini. 

 

Una Formazione rinnovata

Il 2023 è l’Anno europeo delle competenze. Un segnale molto chiaro dell’importanza di dare ai cittadini europei gli strumenti per affrontare il mercato del lavoro. E’ una indicazione che tocca le Regioni direttamente e che obbliga ad uno sforzo cruciale sul piano degli strumenti della Formazione. Il nostro impegno sarà per un sistema della formazione professionale qualificato, sempre più in sintonia con i bisogni del nostro sistema produttivo e capace, in primo luogo, di dare effettive opportunità di occupazione: a partire dai segmenti più bisognosi della nostra società. Continueremo ad investire nella formazione continua quale strumento per acquisire e consolidare le competenze e gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro.

Per questo definiremo strumenti sempre più allineati alle esigenze del mondo del lavoro, valorizzeremo con nuova attenzione l’attività degli enti formatori, porremo una specifica attenzione sulla velocità di esecuzione dei bandi di finanziamento, faremo conoscere sempre di più le opportunità che ci sono. Il tutto con una precisa consapevolezza: passa da qui l’effettiva opportunità dei nostri giovani, delle persone in cerca di occupazione di essere in campo nel mondo del lavoro, di essere parte attiva della nostra società.

In quest’ambito, specifica attenzione verrà data alle scuole professionali del Lazio. 

 

Lavoro 4.0: una formazione mirata alle nuove competenze, per i nuovi lavori

Nel mondo di oggi competenze e riqualificazione sono un “intervento permanente”, che deve toccare tutte le fasi di vita della persona e del lavoratore. I processi di digitalizzazione e di transizione verde richiedono capacità sempre nuove; ci sono i lavoratori da preparare per la riconversione e riorganizzazione verso i settori strategici della Regione: ci sono i nuovi mestieri dei settori del green e della conversione ecologica. 

Per questo – in stretto raccordo con il mondo universitario, con il mondo scolastico, con gli Istituti di istruzione secondaria superiore e gli Istituti professionali – la formazione della Regione sarà sempre più in grado di preparare i lavoratori a questo ‘Mondo Nuovo’. In quest’ottica:

  • continueremo ad investire sulle Academy nel Lazio, luoghi di formazione specializzata, in cui si impari quello che è richiesto da un mestiere, garantendo a chi è impegnato in un percorso formativo, un sostegno economico per il tempo dedicato alla riqualificazione e all’aggiornamento professionale. Abbiamo già cominciato con le Academy dedicate ad edilizia, turismo, digitale. I prossimi anni vedranno l’aumento di queste Academy;
  • assicureremo un maggiore allineamento dei curricula delle Academy con le scelte di politica industriale della Regione: per una formazione sempre più orientata ai fabbisogni delle imprese. Non più, quindi, una formazione generica, ma sempre più una formazione progettata da una rete di imprese, enti formativi e altri istituti scolastici o professionali al fine di inserire le persone nel mercato del lavoro;
  • rafforzeremo la rete delle scuole tematiche specializzate nell’alta formazione: l’Officina Pasolini e la Scuola Volontè che hanno formato e continuano a formare giovani nel campo delle professioni artistiche; l’Accademia della Cybersicurezza, un settore chiave per il futuro; la “Scuola delle Energie” per formare figure in grado di fornire un contributo alle sfide legate al cambiamento climatico e al consumo energetico;
  •  renderemo sempre più forte la rete degli ITS, uno strumento essenziale per la nostra impresa.

 

Promuovere una cultura dell’impresa e del lavoro all’insegna della sicurezza e della legalità
La cultura del lavoro e dell’impresa, della sicurezza e della legalità che devono essere assicurate nel ‘fare impresa’, va diffusa sempre più. A partire dalla scuola e sino ai luoghi della produzione, la cultura della legalità e della sicurezza nel mondo del lavoro va sostenuta: sia con la previsione di moduli di insegnamento per i nostri giovani che li avvicinino ai temi dell’impresa e del lavoro e li aiutino a conoscere la realtà economica laziale; sia attraverso un’attività di formazione destinata agli attori dell’economia; sia con una incisiva lotta al lavoro nero e sommerso e consolidando rapporti di collaborazione con le istituzioni competenti finalizzati al rafforzamento dei controlli. 

 

Patti Territoriali per l’Occupazione e i Servizi: qualità dei servizi pubblici e occupazione nei territori
Una tendenza europea degli ultimi anni è sostenere una progettualità capace di legare la qualità dei servizi pubblici alla condizione dell’occupazione. Essa prende le forme di programmi che impiegano disoccupati per migliorare la qualità dei servizi pubblici sulla base di specifici progetti a forte valenza territoriale. È un percorso già condiviso da questa Regione e lo vogliamo perseguire con la definizione di progetti che mirino all’obiettivo “Disoccupazione zero” e che passino per:

  • la definizione dei  bisogni della comunità di uno specifico territorio;
  • l’individuazione di specifiche progettualità mirate a colmare tali bisogni;
  • la costruzione, a partire da questo parco progettuale, di nuove occasioni di lavoro che abbiano come destinatari prioritari disoccupati di lunga durata e a lavoratori poveri.

 

LazioCaporalatoFree

La nostra azione di contrasto al caporalato è una sfida cruciale per difendere la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori sfruttati e, allo stesso tempo, sostenere le aziende sane che credono nel lavoro di qualità. Su questo punto continueremo nel percorso già tracciato insieme agli attori del territorio e alle parti sociali con il Protocollo sul “Lavoro di qualità in Agricoltura” e la legge Regionale sul contrasto al lavoro non regolare in agricoltura. 

Le linee di azione di oggi e di domani sono chiare:

  • favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;
  • introdurre misure di trasporto gratuito da e per i luoghi di lavoro;
  • sostenere l’accoglienza abitativa anche attraverso il fondo regionale appositamente costituito per favorire la messa a disposizione di immobili sfitti;
  • sostenere chi denuncia lo sfruttamento;
  • attuare misure di contrasto al caporalato e di prevenzione allo sfruttamento in tutti i settori interessati.

Siamo una Regione all’avanguardia che ha sviluppato specifici “Indici di Congruità” in agricoltura, ovvero criteri oggettivi che definiscono il fabbisogno del personale in base al rapporto tra quantità e qualità dei beni/servizi offerti dai datori di lavoro e la quantità di ore lavorate. Uno strumento che ora dobbiamo attuare a beneficio dello sviluppo dell’intero nostro territorio.

Il nostro obiettivo è un Lazio libero da ogni forma di caporalato.

 

Sicurezza sul lavoro

In questi anni, in collaborazione con le Organizzazioni Sindacali, le Associazioni Datoriali, gli Enti Ispettivi e le Istituzioni coinvolte, abbiamo messo in campo azioni e attività concrete per promuovere la cultura della salute e della sicurezza in ogni ambiente di lavoro e per costruire misure di sostegno. Abbiamo approvato la legge per la promozione della salute e sicurezza sul lavoro e del benessere lavorativo con il preciso obiettivo di porre al centro il tema della tutela del lavoratore in ogni ambiente di lavoro.

Abbiamo posto le basi per dotare la Regione di un Piano Strategico su Salute e Sicurezza. Ora dobbiamo consolidare il percorso tracciato e rafforzare gli strumenti per garantire la sicurezza ai lavoratori. 

In questa direzione il programma “Sicurezza e Lavoro” sarà un’azione prioritaria nei primi cento giorni e vedrà la collaborazione tra Regione, Enti Ispettivi, Parti sociali e mondo della scuola.

Su questo tema, la Regione deve diventare un territorio capace di innovare e introdurre soluzioni per la sicurezza sul lavoro che diventano standard nazionale. 

Questo è quanto accaduto, ad esempio, per il “Durc di congruità” che abbiamo sperimentato nelle zone colpite dal sisma del 2016. Un modello frutto della concertazione con le Parti Sociali e poi preso a riferimento dal legislatore nazionale nel settore dell’edilizia. Un modello vincente, che siamo pronti a sperimentare anche in altri settori affinché Sicurezza e Legalità siano i pilastri sul quale costruire il lavoro.

Una seconda prassi di grande interesse è quella in corso nel “super cantiere” del borgo di Amatrice, dove si sperimentano soluzioni organizzative basate sulle tecnologie (varchi digitali nelle zone di cantiere, dispositivi di protezione dotati di sensoristica, cabina di regia per una pluralità di cantieri). Anche in questo caso si tratta di un modello che deve diventare lo standard dei lavori per il Giubileo del 2025 – o di altre possibili iniziative come l’Expo del 2030 – dove la sicurezza del lavoro dev’essere un tema caratterizzante il progetto di manifestazione. Il Lazio, dunque, come “Regione del lavoro sicuro e di qualità”, da far conoscere a livello globale come indicazione da porre dopo le corrette polemiche delle ONG sui costi umani ingiustamente sopportati dai lavoratori coinvolti nel mondiale del Qatar. 

 

LAVORO: GLI INVESTIMENTI PER IL LAZIO DI DOMANI

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