Rigenerare il territorio: quartieri, città, piccoli comuni
“(La Repubblica) tutela il paesaggio (…) della Nazione”
Art. 9, Costituzione italiana
Il territorio è la nostra forza e la nostra sfida. La nostra forza perché il Lazio è una regione bellissima e perché la bellezza è una delle caratteristiche che identificano la nostra regione nel mondo. La nostra sfida perché il nostro è un territorio difficile, contraddittorio, in cui convivono una grande città del mondo come Roma, città medie con problemi e opportunità specifici e, insieme, una rete di moltissimi piccoli comuni, che custodiscono ancora oggi tradizioni e saperi unici al mondo ma affrontano, spesso con difficoltà, una fase storica difficile per le realtà interne e i cosiddetti centri minori. Il Lazio è, inoltre, una regione fatta di territori tra loro diversissimi, che vanno dalla montagna al mare, dove coesistono centri di ricerca e aziende ad alto tasso di innovazione insieme a tradizioni millenarie. E, soprattutto, è un territorio che per vocazione e caratteristiche può essere un modello nella sfida per l’ambiente e per la sostenibilità.
Il nostro obiettivo in questi anni è stato “ricucire” questo territorio: ricucire i quartieri delle città tra di loro; ricucire i borghi lontani migliorando i trasporti, i servizi e le possibilità di vita attiva; ricucire la montagna e il mare; ricucire i luoghi costruiti con la natura. Perché solo così potremo pensare al Lazio come una regione armoniosa, solo così non ci saranno luoghi ‘lasciati indietro’, solo così possiamo tenere insieme la crescita e lo sviluppo con la coesione, con il senso di comunità, con la partecipazione.
Non è un compito facile, perché è un’azione che deve tenere in un quadro unitario infrastrutture e servizi, deve guardare ad esigenze diverse e farle convivere con le soluzioni più giuste, deve ‘parlare’ a realtà urbane e a borghi di pochi abitanti, mantenendone le caratteristiche e trasformandole in luoghi delle attività economiche, dello scambio culturale e delle tradizioni, dell’innovazione.
Garantire diritti inviolabili e contrastare le differenze, il nostro principale obiettivo nei prossimi anni, ha qui, nella programmazione e nella trasformazione del territorio uno dei punti essenziali. La pianificazione sarà una occasione per aderire sempre di più ai principi fondamentali della Costituzione: il territorio istituzionale, come luogo di realizzazione della formazione sociale; il territorio come luogo dove si realizza il sogno delle pari dignità sociale e dell’eguaglianza di tutti i cittadini; il territorio come luogo di cultura per tutti e di tutti, per sapere apprezzare il rapporto tra il passato ed il presente.
La direzione di marcia che abbiamo impresso in questi anni è chiara. Prima di tutto per quanto riguarda l’azione nelle periferie e le politiche abitative. Nell’investimento più rilevante degli ultimi trent’anni abbiamo creato nuovi alloggi, avviato la loro rigenerazione sostenibile, la loro connessione con la fibra per abbattere il digital divide, misure di housing sociale e di sostegno alla locazione per le famiglie non abbienti. Con 155 milioni di euro stiamo realizzando: 700 nuovi alloggi; interventi edilizi di manutenzione straordinaria (Tor Bella Monaca, Laurentino e Quarticciolo); il completamento di ecomostri abbandonati, senza consumo di suolo, tra i quali Tor Vergata, Sagunto e Torrevecchia; l’attuazione dei progetti Playground per la realizzazione di aree gioco; la realizzazione di infrastrutture e reti dati ad alta velocità (raggiunte circa 15.000 unità abitative) con la fibra ottica. Oltre a questo siamo stati i primi in Italia ad avviare 50 milioni di euro di cantieri ricorrendo al Superbonus 110%, con l’obiettivo di efficientare più di 1.000 appartamenti. E, ancora, ci sono state le opere di urbanizzazione primaria – strade, marciapiedi, illuminazione pubblica, tombini e sistemi fognari – destinate ai Piani di zona.
Ma non sono stati anni solo di investimenti. Abbiamo definito regole più semplici e contrastato l’abusivismo. C’è stato un impulso continuo all’azione di riqualificazione e rigenerazione nelle periferie, per renderle più vivibili attraverso un rapporto diverso con la natura, grazie alla creazione di nuovi spazi verdi e la piantumazione di alberi. Abbiamo definito per la prima volta una vera politica per i piccoli comuni: per il potenziamento dei loro raccordi con le città. Un investimento in innovazione diffuso sul territorio per portare opportunità. C’è stata un’azione continua per sostenibilità ambientale e prevenzione del dissesto idrogeologico. E, poi, un’attenzione precisa all’area del Sisma, un territorio in cui dobbiamo fare ancora di più, ma dove i segni della ricostruzione sono tangibili.
Questa è la direzione. Per un Lazio che sia rete: di territori, di capacità, di senso di comunità.
Avanti con la semplificazione, le regole certe e la trasparenza nell’urbanistica
L’urbanistica è il settore in cui più è necessario un quadro di regole certo. Per contrastare l’illegalità, per adeguare patrimonio edilizio e territorio alle regole della sostenibilità, per assicurare i diritti più essenziali: quelli alla casa, alla qualità dell’abitare, al paesaggio.
La nostra azione negli scorsi anni ha semplificato il quadro. Abbiamo un Piano paesaggistico, meccanismi di attuazione nuovi e più semplici, strumenti tecnologici per controllare il territorio, strutture potenziate per il rilascio di autorizzazioni dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Ci sono organismi come l’Ufficio rappresentante unico ricostruzione, Conferenze di Servizi dedicate, l’Ufficio speciale per la Rigenerazione urbana, che sono diventati un punto di riferimento chiaro: per operatori e cittadini.
La macchina amministrativa della Regione va, dunque, nella giusta direzione. Ma la sua azione va rafforzata nei prossimi anni, per un quadro di regole ancora più semplice e un’attività di assistenza veloce per sostenere i processi di rigenerazione del nostro territorio, anche attraverso una progressiva digitalizzazione dei servizi.
Per completare il lavoro di semplificazione fatto negli anni passati è oggi necessario attuare il Regolamento Edilizio Regionale Tipo e approvare una legge urbanistica snella ed innovativa che permetta di abrogare le circa 50 leggi regionali in materia ancora vigenti. Un testo unico chiaro ed efficace che dia la certezza per le trasformazioni territoriali, senza consumo di ulteriore suolo.
Rigenerazione delle periferie e politiche abitative
Sulle periferie e sulle politiche abitative abbiamo realizzato l’intervento più significativo degli ultimi trent’anni. Ed è su questo quadro che continueremo a battere: in collaborazione costante con Roma Capitale, investendo le risorse del PNRR, ascoltando i cittadini per condividere con loro le nostre scelte. Saranno anni di investimenti e di iniziative, di riconoscimento di diritti e di contrasto all’illegalità, di un lavoro a stretto contatto con il mondo dell’associazionismo territoriale, molto spesso l’anima di questi quartieri, il punto di raccordo delle migliori energie: nell’impegno civile, in quello sportivo, nella valorizzazione dei singoli territori. In quest’ambito si lavorerà nella direzione della co-progettazione, che prevede la costruzione del vicinato, il coinvolgimento nelle fasi di progettazione degli abitanti che vivranno nel quartiere per individuare le soluzioni migliori per concorrere a tre obiettivi: benessere, inclusione, salubrità.
Azzeramento del consumo di suolo netto
La rigenerazione urbana è la leva per il recupero del patrimonio costruito – per migliorarne la qualità, l’efficienza energetica e idrica, la sicurezza sismica e la dotazione tecnologica – per la promozione di politiche urbane integrate e sostenibili, la tutela dell’ambiente e del paesaggio e la salvaguardia delle funzioni ecosistemiche del suolo che, in coerenza con gli obiettivi europei, dovrà vedere azzerato il suo consumo netto entro il 2050.
Vogliamo favorire il riuso edilizio di aree già urbanizzate nonché dei complessi edilizi e di edifici pubblici o privati in stato di degrado o di abbandono – anche con interventi di demolizione e ricostruzione in siti diversi – perché siamo convinti che sia la strada maestra per migliorare il tessuto urbano e contribuire alla mitigazione e all’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici nelle città.
Una legislazione nuova per il diritto all’abitare
Promuoveremo una legge quadro di riordino generale per:
- semplificare le procedure amministrative per l’assegnazione delle case popolari e fornire risposte in tempi rapidi a chi attende da troppi anni in graduatoria (attualmente circa 12.000 persone);
- prevedere (i) l’acquisto di nuovi alloggi da enti e/o invenduto di terzi e (ii) la razionalizzazione del patrimonio pubblico (per oltre 4.000 unità immobiliari) da mettere a disposizione dei nuclei familiari in graduatoria;
- promuovere nuove formule di locazione per le fasce intermedie, anch’esse colpite dalla crisi degli ultimi anni, alle quali saranno destinati 1.000 alloggi (social housing);
- programmare interventi di manutenzione, rigenerazione urbana ed efficientamento energetico, con ulteriori finanziamenti regionali per circa 200 milioni, oltre al recupero e alla riqualificazione di aree verdi attrezzate, per dare un nuovo volto agli insediamenti di edilizia popolare e renderli un luogo dignitoso e socialmente vitale in cui abitare, così come è stato fatto in tanti quadranti delle nostre città, attraverso percorsi di condivisione con i cittadini;
- istituire l’Agenzia per la Casa e le “Agenzie per l’Abitare”: una struttura a rete per verificare la situazione complessiva dell’abitare nella nostra regione ed uno sportello di prossimità per dare servizi e risposte al cittadino in tempo reale.
Il patrimonio dei piccoli Comuni e delle aree interne
Il Lazio “dell’osso”, come avrebbe detto Manlio Rossi Doria, è quello dei piccoli comuni e delle aree interne. Per troppo tempo è stato un Lazio dimenticato. Ed invece – in un tempo di turismo diffuso, di sostenibilità, di possibilità di ‘lavoro agile’ sempre più conosciute – si tratta di una parte del nostro territorio in cui si annidano ricchezze e potenzialità. Il lavoro da fare per sfruttarle è chiaro: assicurare trasporti e collegamenti fisici e immateriali e, insieme, lavorare alla rigenerazione dei nostri borghi e dei nostri piccoli comuni; creare impresa; contrastare lo spopolamento, preservare le tradizioni territoriali; far crescere la consapevolezza delle enormi possibilità che i territori del Lazio hanno in questa fase storica.
Per tutto questo il “Programma Piccoli Comuni” diventerà ancora più forte: più risorse, una maggiore centralità nell’organizzazione regionale dell’Ufficio piccoli comuni, una valutazione di impatto geografico delle norme che la Regione adotta.
In particolare promuoveremo azioni:
- di rafforzamento amministrativo;
- per mettere in rete i piccoli Comuni, con la messa a sistema delle risorse di personale ed incentivi alla gestione coordinata dei servizi;
- di infrastrutturazione per superare un isolamento che impoverisce e allontana;
- di recupero e valorizzazione dei centri storici;
- di riqualificazione energetica, incentivando le comunità energetiche e gli screening energetici per arrivare a valorizzare il patrimonio delle amministrazioni territoriali;
- per l’ulteriore rafforzamento dei servizi Cotral, delle iniziative per la promozione turistica, del diritto all’istruzione, alla salute e ai trasporti con il sostegno a uno sviluppo produttivo e occupazionale che valorizzi le vocazioni dei territori.
È questo il cuore della Strategia Nazionale Aree Interne. Nel Lazio sono già in fase di realizzazione gli interventi finanziati in quattro aree (Valle di Comino, Monti Simbruini, Monti Reatini, Alta Tuscia – Antica Città di Castro). Altre due aree sono state recentemente ammesse al finanziamento nazionale e definiranno le strategie di sviluppo nel 2023 (Monti Lepini e Monti Prenestini, Valle del Giovenzano e Alta Valle del Sacco). Un’ulteriore area (Etrusco-Cimina) è risultata ammissibile al finanziamento e l’intesa tra Governo e Regioni è volta a garantire la copertura anche alle ‘terze aree non finanziate’. A regime, saranno 134 su 378 totali i comuni del Lazio coinvolti: un programma cruciale per contrastare e invertire la dinamica di spopolamento dei piccoli centri e delle aree montane, per valorizzarne le unicità storiche, architettoniche e paesaggistiche, per garantire presidio e tutela di territori fragili e meravigliosi.
La rinascita dell’area del sisma
La ‘ferita’ del Lazio è l’area del sisma. La programmazione e l’avvio di un grande progetto per far rivivere a pieno i territori e le comunità colpiti dal terremoto del 2016 è stata complessa e ha richiesto tempo. Oggi però, finalmente, si vede il segno della ripartenza. Oggi il quadro è finalmente diverso: più di 1500 cantieri aperti, 400 opere pubbliche finanziate per oltre 400 milioni di euro investiti. L’ospedale di Amatrice, il suo centro di formazione alberghiero, il complesso del Don Minozzi sono in via di realizzazione. Sono elementi singoli di un progetto complessivo, che ha l’obiettivo di portare nell’area di Rieti sviluppo e coesione, imprese e Università, infrastrutture viarie e ferroviarie. I prossimi anni vedranno la realizzazione di questo disegno, l’attenzione dell’amministrazione per questo pezzo del nostro territorio, il lavoro per attrarre turismo ed investimenti. Il Contratto Istituzionale di Sviluppo per le aree del terremoto con 22 milioni di euro e il Piano Nazionale Complementare con 122 milioni di euro porteranno interventi di riqualificazione e rilancio socioeconomico nell’area del cratere laziale: un ulteriore, fondamentale tassello per curare le ferite di questo territorio.
La Regione metterà a sistema le banche dati conoscitive su dati geologici e sismici che l’attività di ricostruzione pubblica e privata sta acquisendo e che potranno evidenziare una conoscenza sistemica del territorio del cratere sismico, fornendo così basi scientifiche agli Enti di ricerca. Si intende promuovere, inoltre, sistemi di conoscenza puntuale e digitale delle conseguenze degli eventi sismici sul tessuto edilizio pubblico e privato, grazie ad un monitoraggio puntuale su base territoriale, con il coinvolgimento di centri di ricerca specializzati.
Per la prevenzione dei disastri naturali: misure contro il rischio idrogeologico e l’erosione costiera
Il nostro territorio è fragile. Ha bisogno di cura. Abbiamo le risorse del PNRR, del Fondo sviluppo e coesione e dei Fondi strutturali per affrontare questa emergenza: quasi 300 milioni di euro dedicati alla messa in sicurezza dei versanti collinari e montani più a rischio e il ripascimento delle spiagge flagellate da un’erosione che, insieme alla sabbia, porta via turismo dal litorale. L’impegno dei prossimi anni è investire queste risorse con una programmazione attenta, in maniera rapida, con una scala di priorità ben definita.
La qualità dell’acqua: reti idriche, potabilizzazione e depurazione
Gli ultimi dati Istat relativi al 2018 sulla dispersione dell’acqua prelevata alle sorgenti a causa della fatiscenza delle reti di distribuzione restituiscono un quadro drammatico che nel Lazio (53,1%) è anche peggiore della media nazionale (42,0%).
Il tema è centrale nella destinazione delle risorse del PNRR che, per i diversi investimenti, connessi ha già destinato al Lazio oltre 305 milioni di euro ai quali intendiamo aggiungere ulteriori 115 milioni della programmazione FSC 2021-2027 per l’ammodernamento delle reti e gli investimenti in depurazione, utilizzando anche sistemi di smart water metering per la tempestiva individuazione delle perdite e il costante controllo della qualità dell’acqua.
A questi investimenti – tra i quali centrale è l’intervento per il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera che dovrà garantire autonomia idrica all’intero bacino della Capitale – si affiancherà l’impegno per un Piano di gestione delle acque meteoriche che preveda: a) incentivi per la realizzazione di opere volte a diminuire la quantità e rallentare la velocità di scorrimento delle precipitazioni, e b) interventi per la raccolta ed il riutilizzo delle acque piovane anche tramite il loro reinserimento non in fogna ma in falda.
L’obiettivo di garantire una compiuta tutela dei sistemi idrici, infine, passerà anche per la conferma dell’impegno della Regione nella promozione e nel coordinamento dei contratti di fiume.
RIGENERARE IL TERRITORIO: GLI INVESTIMENTI PER IL LAZIO DI DOMANI