Sviluppo economico. Ecosistema lazio
“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”
Art. 41, Costituzione italiana
“La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato.”
Art. 45, Costituzione italiana
“Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”
Art. 46, Costituzione italiana
Il Lazio è una grande economia europea. Il Pil che produciamo equivale a quello di alcuni Paesi membri dell’Unione. Ma non c’è solo il dato quantitativo. La nostra è un’economia che ha tutte le caratteristiche per giocare un ruolo da protagonista nei prossimi anni. È sede di grandi imprese, tra cui molte multinazionali. È all’avanguardia nell’industria del futuro: l’energia, le telecomunicazioni, l’aerospazio, l’audiovisivo, il farmaceutico. Conta su un tessuto di PMI che vogliono oggi essere messe in condizione di superare la fase di crisi ed affrontare la ‘doppia transizione’ verde e digitale e su un commercio e un artigianato che possono essere il motore della riqualificazione del tessuto urbano e sociale delle nostre città. Ha una rete di Università e centri di ricerca pronta a dare il suo contributo in questo passaggio di trasformazione.
In questi anni, le nostre politiche industriali hanno avuto un segno deciso e riconoscibile. Insieme ad associazioni e parti sociali, la Regione ha fatto scelte strutturali per la competitività della nostra industria: focalizzando risorse sui settori chiave della nostra strategia di specializzazione intelligente, abbandonando gli interventi a pioggia; definendo un rapporto strutturato tra ricerca e impresa e sostenendo l’apertura internazionale dell’industria laziale, sia come presenza sui mercati globali, sia come destinazione di investimenti esteri. Non c’è solo questo. La Regione ha già dimostrato, durante il Covid, cosa significhi stare vicino alle imprese. Sono più di 36 mila quelle che abbiamo aiutato a resistere durante la pandemia.
Oggi, forte delle risorse del PNRR e della politica di coesione, la Regione ha davanti a sé il compito di lavorare per assicurare una crescita di qualità del nostro sistema imprenditoriale: dalle attività storiche e tradizionali sino a quelle all’avanguardia. Con due parole in testa: semplicità e visione. Prima di tutto renderemo sempre più facile la vita delle imprese. E poi, in linea con gli orientamenti più attuali di politica industriale europea, sceglieremo i settori strategici e investiremo sulle nuove tecnologie, aiuteremo la “doppia transizione” con il programma “Lazio 4.0”, continueremo nella nostra azione di questi anni a sostegno della ricerca, rafforzando ancora il nostro l’impegno e la nostra determinazione di questi anni nel costruire una “Regione della Conoscenza”: sostenendo le attività degli enti di ricerca, valorizzando il loro capitale umano, promuovendo un dialogo sempre più stretto di questo mondo con l’impresa.
Un passaggio che riguarda industria, artigianato e commercio e che coinvolgerà anche l’agricoltura, un pilastro dello sviluppo economico della nostra Regione. In questo campo siamo una grande realtà: centinaia di produzioni di eccellenza, la piattaforma logistica più grande del centro Italia, la sede di centri di innovazione all’avanguardia e dei più importanti riferimenti mondiali dell’agricoltura: a partire dalla FAO. Negli ultimi anni abbiamo lavorato su questo sistema. Impegnando il 95% delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale per oltre 530 milioni di euro: risorse con cui abbiamo sostenuto le imprese del settore nel passaggio alla multifunzionalità, la produzione di energia elettrica, le startup in agricoltura, l’innesto di innovazione nella vita dell’agricoltura verso l’agritech, la promozione di prodotti del Lazio. Questo e molto altro. Oggi abbiamo 800 milioni a disposizione della nuova programmazione. Risorse con cui continueremo a cambiare l’agricoltura del Lazio.
“Lazio, nuova industria”: sostegno ai settori strategici del futuro
La politica industriale è la nuova parola d’ordine: in Europa e nel mondo. Autonomia strategica e doppia transizione sono i suoi assi fondamentali. Le risorse del PNRR e dei fondi strutturali sono gli strumenti per seguirli. Se il progetto bandiera “Lazio 4.0” si occuperà di sostenere il tessuto d’impresa del Lazio nella trasformazione digitale, con il Programma “Lazio, nuova industria” vogliamo intervenire sui settori strategici del futuro, quelli prioritari anche per la politica industriale europea.
Il programma mira in particolare a definire gli ecosistemi industriali strategici per il Lazio e ad organizzare specifici piani di azione composti di:
- misure di sostegno alla crescita degli ecosistemi;
- supporto nel dialogo delle imprese di settore con il mondo della ricerca;
- attrazione di investimenti esteri legati agli specifici settori;
- integrazione con le politiche e gli strumenti di finanziamento nazionali ed europei;
- programmi di sostegno diretti all’indotto dei singoli ecosistemi;
- misure di formazione con il coinvolgimento delle Università del Lazio per definire percorsi sempre più mirati anche alla luce dell’emergere di nuove professioni in specifici settori;
- azioni in collaborazione con i centri di ricerca per la creazione ecosistemi startup legati ai singoli ecosistemi.
I primi tre ecosistemi industriali sui quali vogliamo intervenire sono quelli della farmaceutica, dell’automotive, dello spazio.
Il primo è un nostro tradizionale punto di forza – in termini di presenza di imprese, di fatturato, di componente export. Dobbiamo tenere alta l’attenzione su di esso e continuare ad investire per costruire un vero e proprio Polo della Farmaceutica e qualificarci sempre più come hub di livello europeo e internazionale.
Il secondo è il settore dell’automotive, un segmento molto importante per l’economia laziale e che attraversa una transizione cruciale per il suo futuro. Anche su questo la nostra attenzione sarà massima in dialogo costante con il livello nazionale e quello europeo.
L’industria dello spazio, infine, ha nel Lazio punti di forza di livello internazionale: pensiamo a Thales Alenia Space, ad Avio, a Telespazio, a Leonardo. È un’industria sempre più strategica per il futuro della regione, del Paese, europeo, e vogliamo rafforzarla con un dialogo continuo con gli attori dell’economia e, nello specifico, collaborando alla realizzazione di nuovi stabilimenti di integrazione e test.
Sostegno alla crescita delle aziende e accesso al credito
Le PMI saranno al centro delle nostre politiche. In linea con le indicazioni europee, nei primi cento giorni definiremo un “Piano PMI”. Sarà il punto unitario delle politiche che hanno implicazioni per le PMI: dalla formazione alla sostenibilità, dal passaggio generazionale alle indicazioni europee ispirate al principio “Pensare prima in piccolo” per adeguare il sistema normativo alle esigenze delle PMI.
Tra queste misure, specifica attenzione verrà data alla questione della crescita dimensionale e dell’accesso al credito. Più specificamente metteremo in campo diverse linee di azione:
- interventi specifici per le PMI parte di filiere produttive (come ad esempio quello a favore dei minibond);
- misure più generaliste in grado di rivolgersi anche alla più ampia comunità di imprese del commercio, della somministrazione, dell’artigianato artistico;
- assistenza tecnica per facilitare l’accesso ai finanziamenti regionali;
- istituzione dell’Osservatorio regionale sul credito, per seguire le evoluzioni del settore in una fase di grande trasformazione.
In questo delicato passaggio di ‘ripartenza’ il nostro obiettivo prioritario è aiutare le nostre PMI: a crescere, a mettersi in rete, a ‘fare squadra’. Prima di tutto aumentando la loro capacità di fare investimenti grazie ad una riforma del sistema del credito che ha già permesso di erogare 2800 prestiti a tasso zero e con un sistema di garanzie pubbliche rafforzato e che, anche in collaborazione con il mondo dell’associazionismo, faciliti sempre più l’accesso al credito e rafforzi le nostre imprese nella competizione. Le aiuteremo, poi, sul piano della chiarezza normativa: con la già ricordata riforma degli incentivi e con una decisa azione per la semplificazione degli adempimenti.
Lazio-International. Internazionalizzare il sistema d’impresa
Il sistema di impresa del Lazio ha nella proiezione internazionale una delle sue grandi possibilità di sviluppo. Il programma Lazio International ha già permesso a molte delle nostre imprese di scoprire nuovi mercati, portarci i propri prodotti, espandere la loro proiezione internazionale. È il risultato di una politica fatta di sostegno alla partecipazione alle fiere, di assistenza da parte di specialisti nell’export, di raccordi con gli attori nazionali, a partire dall’ICE. Una politica che continueremo nei prossimi anni grazie ai 50 milioni di euro previsti nel nuovo Programma FESR 2021-2027.
Commercio, artigianato e reti di impresa
Commercio e artigianato sono parte integrante del nostro sviluppo economico. Perché la loro forza significa crescita e, allo stesso tempo, vuol dire mantenere vivo il tessuto sociale delle nostre città, dei nostri borghi. La nostra azione avrà l’obiettivo di semplificare sempre di più il loro lavoro, partendo da una piena attuazione del Testo Unico del commercio e da un aggiornamento del Testo Unico dell’Artigianato. Attraverso sistemi di incentivi aiuteremo, inoltre, queste imprese a lavorare insieme, ad entrare in contatto con il mondo dell’innovazione e della creatività, a investire sulla qualità e sulle tecnologie, ad arricchirsi nella capacità di offrire a imprese e persone servizi sempre migliori.
Rafforzeremo gli strumenti di tutela delle botteghe storiche, dei mercati rionali, dei mestieri, incentivando la creazione di nuova occupazione con il coinvolgimento di giovani, in modo da non disperdere saperi, identità e conoscenze.
Per rafforzare le attività commerciali e artigianali, sul territorio e di filiera, coinvolgendo anche i Comuni che in questo settore svolgono un ruolo strategico, potenzieremo le reti di impresa e i distretti economici urbani e territoriali. È uno strumento in cui crediamo per la sua capacità di riunire insieme attività produttive e commerciali attorno a specifici progetti e di integrare tra loro elementi economici, infrastrutturali, culturali e sociali del territorio e delle comunità. In quest’ottica interverremo per rendere ancora più efficace lo strumento delle reti di impresa e del contratto di rete. In particolare, oltre ad un sostegno finanziario a questa forma organizzativa, prevediamo un rafforzamento della figura specializzata del “Manager di Rete”, così da incentivare le PMI alla dimensione collaborativa e alla propensione all’innovazione.
Cooperazione, impresa, comunità
La cooperazione va sostenuta. Ne siamo convinti. Perché è un modello in cui crediamo, che porta insieme impresa e valori di comunità, che è nello spirito del tempo. E perché il Lazio è una terra in cui la cooperazione è radicata ed ha punti di eccellenza in ambiti come il socio-sanitario, quello agricolo, del coinvolgimento nel mercato del lavoro delle persone svantaggiate.
Vogliamo dare un sostegno al movimento cooperativo, con tre priorità:
- sostenere le “cooperative di comunità”, per unire impresa e servizio pubblico, con specifica attenzione alle aree interne;
- continuare il sostegno alle forme di Worker Buy Out, un modello che vogliamo rilanciare, ampliando le possibilità di usare il modello del WBO ed aprendo questa possibilità al maggior numero di lavoratori;
- dare attenzione alla Consulta della Cooperazione per avere una politica per la cooperazione che sia all’avanguardia.
Liberi professionisti: da tutelare, da valorizzare
Nel Lazio, i liberi professionisti sono il 39,5% dei lavoratori indipendenti. Sono avvocati, medici, architetti, ingegneri, un pezzo essenziale del nostro mondo del lavoro, della nostra identità economica.
È un settore che è stato toccato in profondità dalla crisi: che ha visto in alcuni casi situazioni di vero e proprio: “caporalato intellettuale”.
È una condizione che consideriamo inaccettabile.
Per questo, primi in Italia, abbiamo riconosciuto a questa categoria l’accesso ai fondi europei e ci siamo dotati di una legge – la n. 6 del 2019 – sull’equo compenso per i professionisti. Abbiamo, inoltre, esteso ai liberi professionisti tutte le agevolazioni dirette alle PMI. e ne sosteniamo con decisione i processi associativi.
Perché il libero professionista “fa impresa” ed è parte essenziale della crescita regionale moderna che promuoviamo. Il tutto è avvenuto con particolare attenzione a libere professioniste e lavoratrici autonome: che possono, ad esempio, usufruire dei buoni per l’acquisto di servizi di baby-sitting e beneficiare delle misure di sostegno all’imprenditoria femminile.
Un impegno chiaro, il nostro, che nei prossimi anni sarà solo più incisivo.
Per una regione delle startup: venture capital, incubatori, collaborazione con le grandi imprese
Negli ultimi anni il Lazio è divenuto una regione delle startup. Il loro numero è cresciuto, tra gli incubatori ed acceleratori della nostra regione ci sono eccellenze nazionali ed europee, le nostre Università e le nostre scuole sono sempre più aperte al fare impresa. Questa tendenza europea è anche merito dell’azione che abbiamo messo in campo con il Programma Startup Lazio, vero e proprio punto di riferimento a livello italiano: 80 milioni di euro che hanno generato nuova impresa e nuova ricerca. È una linea che seguiremo nei prossimi anni con il programma “Lazio Startup 2.0” che avrà come obiettivi:
- aumento del numero di startup, con specifica attenzione a quelle tecnologicamente avanzate, e sostegno ai loro processi di crescita;
- promozione di incubatori nelle nostre Università e nei nostri centri di ricerca;
- crescita degli acceleratori d’impresa pubblici e privati;
- promozione di programmi startup nelle nostre imprese medio-grandi;
- azioni di collaborazione tra startup e imprese ‘tradizionali’;
- iniziative di diffusione della cultura di impresa e startup nelle scuole e nelle Università.
Per condurre questa azione metteremo in rete tutte le risorse disponibili: quelle del PNRR, quelle dei Fondi di coesione, quelli di attori istituzionali come la Cassa Depositi e il Fondo europeo per gli investimenti. Perché se oggi in Europa le startup sono parte integrante della politica industriale europea anche nel Lazio saranno sempre più il perno di uno sviluppo basato sull’imprenditorialità e sull’interazione delle startup con l’intero tessuto produttivo.
Le aree industriali: censimento, ammodernamento, attrazione di investimenti
Il Lazio ha tutti i numeri per attrarre imprese e investitori di qualità dall’estero. Uno dei punti chiave per farlo è rafforzare le nostre aree industriali. Questo significa lavorare, insieme alle imprese, per dare priorità nelle nostre scelte di investimento alle infrastrutture ‘serventi’ al fare impresa: prima di tutto le nostre aree industriali. Queste ultime dovranno divenire zone qualificate e cablate, censite in modo da capire gli spazi disponibili, popolate di attori industriali. In questo un ruolo centrale lo dovrà avere il Consorzio Industriale Unico, che seguiremo nella sua attuazione, che vogliamo attore del censimento e della riqualificazione delle aree, dell’attrazione degli investimenti, del dialogo tra mondo dell’impresa e della ricerca, di un’azione di coordinamento regionale per mettere a sistema le aree industriali dei singoli comuni e definire le disponibilità esistenti per progetti di reinsediamento industriale senza consumo di suolo. In attuazione di uno specifico progetto del PNRR con una dotazione di 17 milioni di euro, le aree industriali dovranno divenire, inoltre, protagoniste in una delle priorità per l’economia laziale dei prossimi anni: quella dell’Idrogeno. Il progetto di creazione di “valli dell’Idrogeno”, su cui sono già impegnate grandi imprese del Lazio nell’ambito di progetti europei, avrà, infatti, nei siti dismessi delle aree industriali un ambito prioritario di localizzazione.
In questa stessa direzione, massima attenzione sarà data all’attuazione del programma “Invest in Lazio”. Questo programma di attrazione di investimenti – ispirato alle migliori pratiche nazionali ed internazionali – si pone un obiettivo essenziale per il Lazio produttivo di domani. Migliorare le condizioni amministrative e finanziarie di chi decide di venire a fare impresa nella nostra regione, puntando ad una presenza di investimenti di qualità sul nostro territorio: sia di investitori nazionali, sia internazionali. Il programma sarà attuato in diretta collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico e dovrà portare nella nostra regione investimenti allineati alle nostre priorità strategiche.
Un centro regionale di politica industriale
Per una Regione come il Lazio – un territorio che è sede di attori industriali di avanguardia a livello internazionale – il nuovo contesto europeo di politica industriale significa dover proiettare la nostra azione in questa dimensione. Ci sono scelte strategiche da compiere, investimenti strategici da attrarre, fondi europei e capitali privati da portare qui. È un passaggio che necessita di un intervento di carattere organizzativo. Per questo la Regione, in collaborazione con le Università del territorio, si doterà di un Centro di Politica Industriale presso l’Assessorato allo Sviluppo Economico.
Il nuovo organismo, che vedrà la partecipazione delle parti sociali, avrà compiti di assistenza all’Assessore competente nelle attività di:
- esame degli indirizzi di politica industriale europea e delle iniziative da adottare per allineare l’azione della Regione alle priorità ed ai nuovi strumenti definiti in sede comunitaria;
- analisi dell’assetto industriale del Lazio;
- individuazione dei settori strategici e delle azioni da intraprendere per i singoli settori, in particolare quelli in transizione;
- definizione degli atti di programmazione;
- raccordo con la Conferenza Stato Regioni;
- raccordo con la Commissione europea;
- esame delle migliori pratiche a livello internazionale con l’obiettivo di introdurle nell’ordinamento regionale.
Il Lazio della Conoscenza: una rete degli istituti di ricerca più forte
La nostra regione è terra di conoscenza. Sono qui le sedi dei più importanti istituti di ricerca italiani. Un vero patrimonio che abbiamo valorizzato e che nei prossimi anni dovremo ancora rafforzare.
Già oggi l’azione della Regione è stata fondamentale per realizzare infrastrutture cruciali per il lavoro dei ricercatori, valorizzare la loro attività, avvicinare il mondo della ricerca a quello dell’impresa. In questi anni il Lazio ha visto un incremento esponenziale delle risorse destinate a quest’ambito e, più in generale, all’economia della conoscenza.
È una strada che proseguiremo con determinazione, convinti che sia qui una delle vocazioni della nostra regione e uno dei fattori di attrazione più essenziali: nel mondo di oggi e di domani.
I prossimi anni saranno in questo senso decisivi per continuare a consolidare la rete di infrastrutture aperte per la ricerca e a riconoscere valore al lavoro dei ricercatori, per far conoscere e integrare le capacità di ricerca del nostro territorio.
Anche grazie alle risorse del PNRR e della nuova programmazione europea, concluderemo progetti cruciali per il futuro della regione: DTT, Rome Technopole e 10 km di scienza.
DTT: Energia pulita del futuro
Il Divertor Tokamak Test (DTT) è un progetto di avanguardia dell’ENEA che la Regione è riuscita ad attrarre negli scorsi anni e che guarda all’energia pulita del futuro. Una realizzazione di livello mondiale che porterà nel nostro territorio 500 milioni di investimenti e che a regime darà impiego a oltre 1500 ricercatori. Un’iniziativa già avviata e che nei prossimi anni entrerà nella sua fase attuativa.
Il Rome Technopole: dalla Conoscenza all’Impresa
Specifica priorità sarà data al progetto del Rome Technopole, un grande hub tecno-scientifico di livello internazionale che può beneficiare delle risorse del PNRR. L’ambizione è realizzare un ecosistema dell’innovazione e della ricerca capace di dare alle imprese del Lazio l’accesso alle migliori tecnologie.
Lo realizzeremo con l’ambizione di farne un’eccellenza del nostro territorio, un volano per la produttività del nostro tessuto di impresa, un caso di successo di collaborazione tra Università, istituzioni, mondo dell’impresa.
“10 km di scienza” per fare del Lazio il Polo europeo della Conoscenza
Un altro progetto strategico riguarda l’area che si estende dal VI Municipio di Roma sino ai Comuni di Frascati e Monteporzio. Hanno qui la loro sede l’Università di Tor Vergata, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). È un territorio di saperi e ricerca unico nel panorama europeo. Sono “10 km di scienza” che rappresentano una vocazione strategica nel mondo di oggi e che valorizzeremo con una finalità chiara: costruire un Polo europeo della ricerca sostenibile.
È questo, infatti, l’obiettivo del progetto “10 km di scienza” che la Regione ha già presentato per il finanziamento del PNRR. Un progetto per promuovere e rafforzare la ricerca che è già sul territorio, sostenere il trasferimento tecnologico e la formazione e insieme riqualificare il territorio con il coinvolgimento della popolazione locale.
Sono tre, in particolare, gli assi tematici:
- rafforzare le strutture di ricerca per le tecnologie chiave per la transizione ecologica e la sostenibilità (energia rinnovabile, salute, cambiamenti climatici), le scienze dello spazio, l’economia circolare, l’archeologia;
- realizzare infrastrutture per la ricerca, l’innovazione, l’incubazione e il trasferimento tecnologico;
- promuovere formazione, sviluppo delle competenze e mantenimento dei talenti con l’introduzione di dottorati industriali per rispondere ad esigenze di innovazione del tessuto imprenditoriale e incentivare l’assunzione di ricercatori da parte delle imprese.
Sviluppo produttivo, transizione ambientale e salvaguardia del territorio: le nuove sfide dell’agricoltura
L’agroalimentare è un comparto fondamentale dell’economia regionale: non solo per il suo peso economico ma per il ruolo di tutela attiva del territorio svolto dalle imprese agricole. Un elemento fondamentale per la qualità della vita della popolazione, anche quella urbana, e, più in generale, per la sostenibilità della nostra regione.
È necessario, dunque, superare i limiti di questo settore, resi evidenti dalle recenti crisi, e affrontare le future sfide: quelle legate all’alimentare, alla sostenibilità ambientale, anche riferita al grande tema delle risorse idriche, all’approvvigionamento energetico, all’utilizzo delle nuove tecnologie. Il tutto evitando ulteriore consumo di suolo, utilizzando pienamente le superfici agricole comprensive di quelle forestali, indirizzando il nostro sviluppo sulle reali vocazionalità dei territori e sul ruolo fondamentale della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. In questo sforzo i fondi del PNRR e quelli dei Fondi europei specializzati sono una grandissima occasione. Nei prossimi anni il nostro compito sarà investirli al meglio lungo le seguenti linee di azione.
Un’amministrazione moderna per l’agricoltura moderna: quadro normativo e organizzazione
Se vogliamo essere al passo con l’evoluzione del mondo agricolo è necessario, prima di tutto, un impegno di modernizzazione dell’organizzazione amministrativa ‘per’ la nostra agricoltura.
Sul punto ci sono diversi passi davanti a noi:
- sviluppo della Direzione Regionale Agricoltura quale interfaccia amministrativa unica, anche grazie al ricorso a una sussidiarietà orizzontale con i soggetti operanti nel settore quali i Centri di Assistenza Agricola (CAA);
- sostegno alla crescita degli sportelli unici per l’agricoltura a livello comunale e intercomunale;
- promozione di ARSIAL quale vera e propria piattaforma di supporto tecnico alla stessa direzione e al settore;
- definizione del Testo Unico dell’agricoltura, superando le attuali 70 leggi, e del Piano Agricolo Regionale, fondamentale strumento per uno sviluppo programmato del settore e del territorio agricolo con specifiche attenzione a filiere e utilizzo dei fondi europei;
- sviluppo del sistema autorizzativo regionale di recente approvazione: per assicurare certezza, semplificazione e riduzione dei tempi delle procedure amministrative;
- consolidamento della “Banca della terra”, fondamentale per il pieno utilizzo produttivo delle superfici agricole e forestali regionali sottraendole anche alle varie forme di degrado;
- attuazione di un sistema informativo regionale, collegato ad altri sistemi già operanti, fondamentale per una acquisizione strutturata dei dati;
- predisposizione di una “Piattaforma della conoscenza” per la messa a sistema della ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica generata da centri di ricerca localizzati sul nostro territorio quali il CREA e l’Università della Tuscia e per il trasferimento di questa conoscenza al settore produttivo.
Far crescere l’impresa agricola laziale
Una questione chiave è quella della dimensione media della nostra impresa agricola – ancora eccessivamente modesta, atomizzata – e dell’aggregazione delle produzioni. Insieme ad essa vi è il tema di promuovere il ricambio imprenditoriale per non sprecare le grandi opportunità che il settore può offrire ai giovani e alle donne. Da qui un ruolo cruciale del settore pubblico.
Il nostro obiettivo è, prima di tutto, ampliare gli strumenti di accesso al credito per le imprese del settore, facilitare il rapporto con il sistema bancario, sostenere i processi di transizione, generazionale e non solo.
In questo momento di trasformazione dell’impresa agricola è inoltre cruciale l’attività di assistenza tecnica. Dobbiamo facilitare le opportunità offerte dalla Regione e dall’Europa e le scelte di investimento. A partire da quelle di specializzazione produttiva, con particolare riferimento alle filiere, all’ingresso sui nuovi mercati, alla diversificazione verso un’agricoltura che possa offrire un’ampia gamma di servizi, anche effettuati in collaborazione con soggetti specializzati, come l’agriturismo, la ricettività turistica, le fattorie didattiche, la manutenzione ambientale, i servizi ecosistemici. Specifica attenzione va data al contributo all’economia circolare, in particolare sulla gestione dell’energia, dell’acqua e della sostanza organica per la fertilità dei suoli. Per questo aumenteremo il dialogo tra impresa agricola e mondo dell’innovazione con voucher per l’acquisto di servizi innovativi e maggiore collaborazione con le Università e i centri di ricerca.
La crescita delle imprese agricole passa, poi, dalla loro capacità di attirare la manodopera necessaria. È un processo che va sostenuto con politiche mirate come ad esempio:
- la promozione di una maggiore collaborazione fra mondo agricolo e ITS, in modo da formare all’uso delle tecnologie dell’agricoltura digitale e di precisione;
- un incremento dell’efficacia nell’utilizzo del Fondo europeo per lo sviluppo rurale, in particolare delle risorse destinate all’approccio Leader, per rendere le zone rurali più attrattive, più connesse, con un alto livello di servizi;
- il sostegno all’ingresso dei Gruppi di Azione Locale (GAL) laziali nella rete europea per lo sviluppo rurale (ELARD) per la condivisione di idee e progetti da finanziare tramite le risorse programmate per il Leader.
L’agricoltura di precisione
In questo tempo di trasformazione dell’agricoltura specifica attenzione va data alla questione di Agricoltura 4.0. È qui, per molti versi, la sfida del Lazio: far parlare il mondo dell’agricoltura, piccoli e grandi imprenditori e ricerca scientifica. Sempre più le tecnologie consentono un’agricoltura di precisione che tiene insieme sostenibilità e redditività. E noi vogliamo mettere a disposizione degli agricoltori del Lazio queste tecnologie, per far marciare di pari passo aumento degli standard quali-quantitativi e sostenibilità dell’attività agricola.
Questo significa, prima di tutto, accelerare sulla rete 5G in tutto il territorio.
Insieme a questo sforzo infrastrutturale vanno incentivati investimenti produttivi in questa direzione con contributi provenienti dal bilancio regionale, da quello statale, da quello europeo: ed in questo senso già oltre 100 milioni di euro della prossima programmazione FEASR/PSR sono pronti per sostenere questa tipologia di investimenti.
Oltre alle reti ed agli investimenti ci devono essere, proprio su questo punto, due ulteriori azioni:
- assistenza tecnica per guidare gli agricoltori del Lazio attraverso i dati, la loro analisi, il loro utilizzo per migliorare l’efficacia delle produzioni;
- formazione di una manodopera sempre più capace di usare le nuove tecnologie.
La logistica agroalimentare e le grandi istituzioni internazionali dell’alimentazione: un patrimonio del Lazio
Sono presenti nella Regione Lazio due grandi piattaforme logistiche: il CAR di Roma e il MOF di Fondi. I prossimi anni vedranno il consolidamento dei loro processi di crescita con lo sguardo ai grandi flussi commerciali internazionali e con l’obiettivo di fare di queste strutture il primo grande strumento di sostegno ai prodotti della nostra agricoltura. Determinanti saranno le risorse assegnate nell’ambito del PNRR ai progetti presentati al Mipaaf dai due mercati e finanziati per un totale di oltre 13 milioni di euro. È un passaggio essenziale per rinsaldare il legame con i consumatori del Lazio e, insieme, per conquistare nuovi mercati, anche attraverso una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità, come è il caso del polo del cibo fresco e sostenibile promosso dal CAR. Nei prossimi anni bisognerà dare seguito al protocollo con la Città Metropolitana di Roma e il Comune di Guidonia Montecelio e agli investimenti programmati per ridisegnare il futuro del CAR e farne uno dei grandi poli europei dell’agroalimentare.
Il Lazio – con la presenza della FAO e delle altre organizzazioni mondiali di questo settore – è ‘città del Cibo e dell’alimentazione’. È una vocazione cui va riconosciuto pieno sviluppo con progetti di cultura dell’alimentazione di dimensione internazionale. Il Brand prevederà manifestazioni e progetti dedicati alla centralità del tema dell’alimentazione; iniziative promozionali delle eccellenze agricole del Lazio in una dimensione nazionale e internazionale; la specializzazione in quest’ambito della nostra offerta turistica.
Le nuove aree dell’agricoltura: distretti e biodistretti…
I distretti agroalimentari sono sistemi produttivi locali in cui imprese agricole ed agroalimentari operano intorno a una o più produzioni certificate o a produzioni tradizionali e tipiche. A questi si aggiungono i biodistretti, ormai distribuiti in buona parte della regione, che possono diventare importanti poli di sviluppo per le produzioni green.
L’origine e la tracciabilità sono essenziali. Nel settennato della programmazione europea per l’agricoltura appena concluso, la Regione Lazio ha investito oltre 200 milioni di euro per il comparto biologico con il finanziamento di circa 6700 aziende. Siamo diventati la terza regione bio in Italia. Il tema dell’agricoltura biologica e il cibo sano saranno centrali nella programmazione dell’agricoltura futura. Il connubio cibo-salute è un obiettivo di cui si deve far carico il sistema pubblico e produttivo complessivamente inteso: istituzioni, enti locali, mondo della ricerca, organizzazioni di rappresentanza associativa, agricoltori.
In particolare, daremo sempre maggiore impulso agli obiettivi fissati con la legge regionale n. 11/2019 “Disposizioni per la disciplina e la promozione dei biodistretti”, che ha individuato e riconosciuto dieci biodistretti ai quali è stato dedicato anche un bando specifico e la Regione aderirà al nuovo marchio biologico italiano previsto dalla Legge n. 23 del 9 marzo 2022.
Oltre alla certificazione biologica vanno promosse altre forme di agricoltura integrata e buone pratiche agricole.
Il Lazio può vantare di coprire tutto lo spettro delle produzioni agricole, da quelle orticole, le più grandi ed organizzate, sino alla frutta in guscio, con la nocciola, al vino, al kiwi, all’olio di oliva, che copre buona parte del territorio, al latte ed al settore caseario.
Tutte queste filiere saranno sostenute, tutelate, promosse nelle necessarie trasformazioni che il cambiamento del clima sta imponendo, accompagnate nella competizione del mercato globale.
Agricoltura sociale e orti urbani
Guarderemo con attenzione a settori che stanno assumendo sempre più centralità.
Innanzitutto quelli dell’agricoltura sociale e di comunità, che sta dando un grande contributo anche alle categorie sociali più deboli integrandole nelle attività agricole. È uno sviluppo che promuoveremo adeguando il quadro normativo definito con la l. n. 141 del 2015 e con incentivi dedicati a questo aspetto dell’agricoltura multifunzionale.
E, infine, particolare attenzione sarà data all’agricoltura urbana e periurbana, con le importanti funzioni sociali e di servizio e gli orti urbani. Nella nostra Regione le aree agricole collocate all’interno e intorno alle maggiori città sono delle opportunità. Sono zone in cui è possibile avviare iniziative economiche e di carattere sociale, con l’effetto aggiuntivo di contribuire a mantenere e tutelare il territorio. Con questo obiettivo sosterremo la realizzazione di nuove realtà di agricoltura sociale, per garantire servizi alla persona che possano diventare parte integrante del sistema di welfare regionale. In parallelo la nostra azione sarà anche destinata ai parchi agricoli e orti urbani anche attraverso incentivi per sviluppare e consolidare realtà economiche e sociali attive in questi contesti.
Promozione dei prodotti tipici del Lazio, filiera corta e buona ristorazione
Ad oggi abbiamo 3 DOCG, 27 DOC e 6 IGT nel settore wine e 16 DOP, 13 IGP, 3 STG nel settore food. Registriamo inoltre 456 prodotti agricoli tradizionali.
È un patrimonio che dobbiamo valorizzare. Nei prodotti tipici c’è una stratificazione di saperi, di storie, di paesaggi, tradizioni e capacità di innovare: per questo, le eccellenze enogastronomiche vanno considerate come un fondamentale volano di sviluppo territoriale diffuso. Anche perché la loro valorizzazione innesca circoli virtuosi, facendo rete con tanti altri settori, a partire da uno tra quelli che in questi mesi hanno più sofferto per la crisi, come il turismo.
Con questa consapevolezza la Regione Lazio ha investito molto nel riconoscimento dei regimi di qualità, geografici, tipici, tradizionali. L’elenco delle denominazioni regionali è, in questo senso, un importante risultato di ascolto, consulenza, assistenza amministrativa ai richiedenti la denominazione che è stata operata in stretta collaborazione con l’Agenzia Arsial.
Nei prossimi anni proseguiremo con gli investimenti per il riconoscimento della qualità made in Lazio. È fondamentale proseguire con l’opera di promozione di questi prodotti, accompagnando e sostenendo le nostre imprese nella partecipazione alle più importanti fiere nazionali ed internazionali di settore. In questa legislatura abbiamo finanziato 572 espositori nelle 28 fiere più importanti del comparto agroalimentare con un sostegno di oltre 6 milioni di euro. Proseguiremo su questa direzione accompagnando in particolare le PMI, affinché l’individuazione ed esplorazione di nuovi mercati non sia una prerogativa solo dei grandi gruppi.
Confermeremo e svilupperemo inoltre una misura che sta avendo una risposta importante nei territori della nostra regione: il “BONUS LAZIO KM0”, a sostegno delle attività di ristorazione, dell’industria e del commercio alimentare e delle bevande che utilizzano e/o somministrano prodotti alimentari del Lazio.
Promuoveremo inoltre le “Strade del vino” e gli itinerari enogastronomici che mirano a valorizzare i prodotti tipici laziali e a stimolare il connubio con il turismo.
Agricoltura=Energia
Il nostro obiettivo è cogliere tutte le opportunità che caratterizzano la produzione di energia rinnovabile (FER) nel mondo dell’agricoltura. Accanto ad una azione sul risparmio energetico. lo sviluppo delle FER è incentrato sull’utilizzo di prodotti o superfici idonee (tetti degli edifici e l’utilizzo del suolo agricolo).
Il principio è la contemperazione delle necessità, con la produzione energetica che non dovrà produrre un effetto sostituzione sul tradizionale ruolo di produzione di derrate alimentari. La produzione di FER tramite la diversificazione delle attività agricole con l’agrofotovoltaico è esempio di tale contemperazione e nuova frontiera dello sviluppo della produzione energetica agricola.
In questa direzione promuoveremo tutte le modalità aggregative o di collaborazione tra produttori con i soggetti consumatori: quali comunità energetiche, distretti produttivi, biodistretti.
Adattamento al cambiamento climatico, agli choc sanitari e coabitazione con specie selvatiche
I cambiamenti climatici producono stravolgimenti negli equilibri ecosistemici che impattano in maniera rilevante sull’attività agricola.
La Regione definirà in questo senso una legislazione avanzata sul punto e un piano integrato di monitoraggio e intervento per il contenimento degli effetti delle mutazioni del clima che comprenda:
- la costituzione di un tavolo permanente per la gestione della risorsa idrica;
- la definizione di un Piano regionale per l’utilizzo delle acque reflue e la diffusione degli impianti a goccia a bassa portata più efficienti di quelli a pioggia;
- politiche di contrasto della peste suina e dell’influenza aviaria, rafforzando le misure di biosicurezza negli allevamenti, aumentando i controlli dell’applicazione delle regole di biosicurezza, formando gli allevatori e la cittadinanza con l’obiettivo prioritario di evitare gli abbattimenti di massa;
- interventi di protezione degli allevamenti e dei raccolti dalla fauna selvatica.
Il Mare: l’oro blu del Lazio
Il Lazio ha nell’economia del Mare uno dei suoi asset strategici, a confermarlo sono i numeri che nel 2020 registrano un valore aggiunto di 8,1 miliardi di euro, il 15,8% del valore aggiunto italiano generato nel comparto. È questa consapevolezza che ha guidato la strategia e l’impegno della Regione negli ultimi anni:
- con l’istituzione della Cabina di Regia dell’Economia del Mare, con il compito di coordinare e integrare le diverse politiche settoriali della Blue economy;
- con l’individuazione delle nuove zone costiere di Civitavecchia, Pomezia, Aprilia-Latina e Fondi-Gaeta – oltre a quella di Ponza-Ventotene, confermata dal settennato 2014-2020 – come zone eleggibili a seguito dell’adozione della nuova Carta degli Aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027. Saranno qui ammissibili agevolazioni agli investimenti – sia a favore delle grandi imprese, sia a favore delle PMI – in termini più alti rispetto al resto del territorio regionale;
- con l’inserimento dell’Economia del Mare nella Strategia di Specializzazione Intelligente (RIS3) per il 2021-2027, una scelta che permetterà alle imprese del settore di partecipare a bandi a sostegno delle attività produttive a valere sul Programma regionale FESR;
- con l’adozione del Piano di Sviluppo Strategico per l’istituzione della Zona Logistica Semplificata (ZLS) di Civitavecchia, che consentirà alle imprese già operative e a quelle di nuovo insediamento di beneficiare di procedure semplificate e regimi procedimentali speciali delle Zone Economiche Speciali (ZES) e che dovrà essere approvata nel 2023 al termine del negoziato con il Governo nazionale;
- con la realizzazione del Politecnico del Mare di Ostia e il finanziamento di percorsi di dottorato industriale;
- con le risorse destinate alla riqualificazione dei comuni del litorale e per la realizzazione di nuove piste ciclabili – a Cerveteri, Santa Marinella, Fiumicino, Ladispoli, Sabaudia, San Felice Circeo – così come per il sostegno all’avvio delle stagioni balneari;
- con la recente approvazione della legge regionale sulla Blue economy, che ha stanziato risorse per lo sviluppo di un’economia circolare e sostenibile del litorale e dell’intero ecosistema acquatico della Regione Lazio e per il finanziamento al sostegno agli investimenti innovativi delle imprese, la creazione di nuove imprese giovanili e femminili e la realizzazione di un coordinamento delle Università del Lazio per garantire la formazione di alte professionalità in ambito della Blue Economy;
- con gli investimenti in alta formazione e specializzazione tecnica post diploma degli Istituti Tecnici Superiori di Gaeta (ITS Tecnologie per il Mare e la logistica) e Civitavecchia (ITS Energia);
- con la Pianificazione dello Spazio Marittimo (il “Piano regolatore del mare”), che individua le aree destinate alla pesca, all’acquacoltura, al trasporto marittimo e alla portualità, alla protezione dell’ambiente e delle risorse naturali, all’attività turistica costiera e marittima, alla produzione di energia e all’estrazione di materie prime, alla tutela del paesaggio e del patrimonio culturale;
- con la finalizzazione, ormai prossima, delle risorse del nuovo Programma nazionale del Fondo Europeo Affari Marittimi Pesca e Acquacoltura (FEAMPA 2021-2027).
Quello che ci attende nei prossimi anni è un impegno attuativo enorme, che va portato avanti insieme agli interventi regionali per il ripascimento delle spiagge e al rafforzamento delle infrastrutture portuali. È un percorso già tracciato grazie ad un forte impianto strategico di programmazione, che proseguiremo con la massima convinzione.
Per questo la prossima giunta vedrà l’istituzione di un Assessorato all’Economia del Mare, competente all’attuazione di questo programma. Al nuovo Assessorato saranno attribuite le deleghe oggi divise tra diversi Assessorati in materia di blue economy e valorizzazione del sistema costiero sotto l’aspetto ambientale, infrastrutturale, trasportistico e urbanistico. Sarà, inoltre competente, ai rapporti con il livello statale ed europeo su questa tematica cruciale per il nostro futuro.
SVILUPPO ECONOMICO:GLI INVESTIMENTI PER IL LAZIO DI DOMANI