Transizione ecologica: una nuova economia, sostenibile
“(La Repubblica) tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Art. 9, Costituzione italiana
La sfida dei prossimi anni per la nostra Regione è qui. Nel contributo al contrasto al cambiamento climatico; nella trasformazione ‘verde’ della nostra regione. Il più importante degli impegni globali ha una precisa dimensione territoriale. Siamo parte di questa sfida. E daremo piena attuazione alle tecnologie disponibili per affrontarla: a partire da quelle per autoprodursi l’energia dalle rinnovabili sino a quelle dell’Economia Circolare, per il recupero, riciclo e riuso della materia.
In questa direzione il Piano energetico regionale dà indicazioni molto precise e noi siamo già in cammino. Negli ultimi cinque anni la transizione è stata un punto focale della nostra azione: azioni di efficientamento energetico, la promozione di comunità energetiche, la riqualificazione dell’edilizia residenziale, l’efficientamento delle aree produttive con gli APES, lo sforzo verso l’elettrificazione del trasporto, l’impegno su appalti pubblici ‘sostenibili’, con il progetto Ossigeno, riconosciuto come una best practice di livello mondiale.
È un insieme di misure che vedrà un rafforzamento importante negli anni davanti a noi in cui la questione energetica sarà punto chiave per i cittadini, per le imprese e per la politica industriale della nostra regione. Non è solo questione di sostenibilità, ma di competitività. In questo senso, i dati ci dicono che le imprese ‘verdi’ riescono a stare meglio sul mercato, sono più sicure e produttive. Su questo il sistema produttivo del Lazio è già all’avanguardia: siamo tra i primi in Italia sia in termini di investimenti green, sia di lavori legati al settore. Dobbiamo sostenere questo sforzo.
Per questo nei prossimi anni saremo una Regione in prima fila nella transizione ecologica, negli investimenti per le fonti energetiche rinnovabili e nelle filiere della produzione energetica, uno dei punti di forza della nostra strategia di reindustrializzazione, nel portare la circolarità nelle nostre filiere produttive. Ma sostenibilità è anche il ciclo dei rifiuti. Negli scorsi anni i passi avanti sono stati molti. Abbiamo portato la raccolta differenziata dal 16,5% al 56,5%, abbiamo approvato il Piano regionale dei Rifiuti. E, accanto a questo, abbiamo lavorato per diffondere cultura della sostenibilità tra gli operatori, utilizzato il sistema tariffario per incentivare la minore produzione dei rifiuti.
I prossimi anni saranno quelli di un completamento di questa azione, con l’ambizione di essere una regione leader: in Italia e in Europa.
Un patto per il lavoro, il clima e l’energia circolare
Le ricadute territoriali del cambiamento climatico sono oramai evidenti. Altrettanto evidente è che per superare la crisi ambientale è necessaria una vera e propria trasformazione “verde” dei modi di progettare, consumare, produrre, riciclare e smaltire. Questo significa una strategia di insieme per la decarbonizzazione, che guidi interventi in ambiti quali energie rinnovabili, efficienza energetica, edilizia di nuova generazione, mobilità dolce, agricoltura sostenibile e sociale, turismo responsabile, comunicazione e finanza sostenibile, gestione dei rifiuti e sicurezza del territorio.
Per realizzarla abbiamo a disposizione oltre 2 miliardi di Euro: per intervenire sulla qualità dell’aria e per un mix di interventi che andranno alla riduzione dei consumi, alla transizione verso le rinnovabili, alla creazione di modelli produttivi green, alla nuova mobilità a basso impatto ambientale.
Sarà qui lo sforzo principale di politica industriale dei prossimi anni, quello a cui PNRR e Fondi strutturali riservano risorse e danno centralità. Qui il cambiamento del nostro modello di sviluppo e il nostro allinearci alle migliori practices europee.
Nei prossimi anni la Regione sarà, quindi, impegnata, insieme agli altri attori dell’economia e dell’ambientalismo su diversi fronti. Prima di tutto ad adeguare il quadro normativo alle migliori esperienze – nazionali ed internazionali – in tema di contrasto al cambiamento climatico; in secondo luogo a programmare e realizzare gli interventi; e, infine, nel dare assistenza alle imprese e alle pubbliche amministrazioni per scegliere le strade migliori per raggiungere una maggiore compatibilità ambientale.
Verrà attuata la piena adesione del territorio agli obiettivi 2030 del FITfor55 europeo, con un’attività sul burden sharing avanzata rispetto alle indicazioni nazionali. Le strategie per la riduzione del consumo di gas metano saranno poste in essere attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, ma anche con forme per il sostegno alla elettrificazione dei consumi con una transizione verso le pompe di calore nel residenziale.
Sarà attorno a questi obiettivi che la Regione Lazio chiamerà le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria, le grandi aziende pubbliche e private, le PMI, le Università e il mondo della ricerca, il Terzo settore, con la finalità di definire un “Patto per il lavoro, per il clima e l’energia circolare”, partendo dagli impegni che la stessa amministrazione ha assunto con il PNRR.
“Impresa Green”: facilitare la transizione ecologica delle PMI del Lazio
La transizione ecologica è una grande sfida delle nostre PMI e, con loro, della nostra regione. Per questo, in parallelo con il Progetto Bandiera “Lazio 4.0”, adotteremo il Programma “Impresa Green”: una serie di iniziative tra loro collegate per aiutare il nostro tessuto PMI ad affrontare la transizione con diversi strumenti e per far sì che nella nostra regione ci siano filiere produttive sino in fondo ‘green’.
In particolare il programma prevederà misure di:
- sensibilizzazione delle imprese sulle tematiche dell’investimento verde;
- supporto alle imprese negli ambiti della tassonomia ambientale prevista dalla finanza sostenibile; del reporting di sostenibilità; della due diligence per ridurre i rischi collegati ai temi climatico ambientali;
- attività di assistenza presso gli Spazi Attivi di Lazio Innova alle imprese impegnate nella transizione ‘green’;
- sostegno agli investimenti green delle PMI del Lazio grazie alle risorse del PNRR e dei Fondi strutturali europei;
- supporto amministrativo per l’installazione di impianti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili.
Un piano per la formazione dei green jobs
I lavori verdi, quelli collegati alla transizione ecologica, sono una delle grandi partite del futuro per le lavoratrici ed i lavoratori del Lazio. I green jobs – lavori sostenibili che da un lato non danneggiano l’ambiente e anzi contribuiscono a preservarlo e, dall’altro, garantiscono giuste condizioni di lavoro – sono lavori emergenti, sia per rispondere alla crisi ecologica, sia per aprire nuove opportunità di impiego e di impresa. Per giocare questa partita c’è bisogno di uno sforzo comune: del sistema produttivo, della formazione, dell’Università e della ricerca, dell’amministrazione.
I prossimi anni vedranno un grande sforzo in questa direzione con un lavoro ‘corale’, che vedrà impegnati tutti gli attori. La Regione sarà parte attiva di questo sforzo:
- orienterà in questa direzione i suoi strumenti di formazione per aprire opportunità di qualificazione e riqualificazione in questi ambiti;
- collaborerà con le Università affinché promuovano corsi di laurea specializzati in queste discipline anche alla luce di nuove figure professionali;
- collaborerà con gli istituti di ricerca per orientare la loro attività su questo specifico tema.
Ma insieme ai lavori green ci sono le competenze che servono alle PMI. Su questo il nostro obiettivo, in linea con le indicazioni europee, è lavorare a figure di manager ambientali: che diano supporto a singole imprese o a reti di impresa nella transizione verde.
Efficienza energetica dei settori produttivi, dell’edilizia residenziale e della mobilità
Il grande impegno della Regione nei prossimi anni è per l’efficientamento dei settori produttivi, dell’edilizia residenziale e della mobilità, partendo dalla riduzione dei consumi energetici e dell’impronta climatica.
I sistemi produttivi, l’edilizia, la mobilità, in primo luogo, devono essere aiutati nelle azioni di efficientamento energetico.
Sono i tre settori in cui l’impegno per la transizione verde sarà maggiore. Sui settori produttivi la sfida è aiutare le imprese a cogliere tutte le possibilità finanziarie che oggi ci sono. Sull’edilizia residenziale il progetto della Regione è utilizzare il Superbonus per la riqualificazione del patrimonio. Sulla mobilità gli obiettivi sono chiari e si concreteranno con le proposte contenute nelle sezione dei trasporti
Programma “LazioCircolare”
L’economia circolare è uno dei grandi obiettivi dei prossimi anni. Ce lo indica con chiarezza l’Europa, con Il Piano di azione per l’economia circolare, a cui ha fatto seguito la strategia italiana del giugno 2022. Vogliamo essere protagonisti in questa tendenza, perché un’economia circolare è un’economia più efficiente, più competitiva e perché riduce la dipendenza dell’Europa e dell’Italia nell’approvvigionamento di materie prime.
Per questo avvieremo il programma “LazioCircolare” con cui definiremo la “Strategia regionale dell’economia circolare” per l’intero sistema economico regionale, con particolare riferimento ai settori dell’edilizia, dei trasporti, dell’industria alimentare, della plastica, del tessile e dell’elettronica. Oltre a questo specifico intervento, gli obiettivi legati alla circolarità saranno parte integrante di tutti gli strumenti di programmazione economica.
In particolare la nostra strategia si concretizzerà nelle seguenti azioni prioritarie per lo sviluppo della circolarità nei processi produttivi:
- un’attività di assistenza e formazione alle imprese nell’intraprendere iniziative di economia circolare;
- l’incentivo all’incremento dell’uso di materiali riciclati;
- la simbiosi industriale;
- la bioeconomia rigenerativa.
In aggiunta, saranno previsti:
- l’integrazione della considerazione del capitale naturale nella contabilità regionale;
- la promozione di un foro di scambio delle migliori pratiche sul punto;
- azioni di monitoraggio sull’avanzamento dell’economia circolare nel Lazio.
La prospettiva rimane quella di portare nel Lazio alcune delle soluzioni più avanzate su questo tema: tra queste, ad esempio, la creazione di una vera e propria “Borsa delle Materie”.
Ecodesign, riparazione e riuso dei prodotti, dei materiali e del “packaging”
In quest’ottica di ‘circolarità’ rafforzeremo, inoltre, la nostra azione per facilitare lo sviluppo dell’ecodesign, anche in collaborazione con le Università e i centri di ricerca del Lazio: per riutilizzare prodotti e per un packaging sempre più attento alla qualità ambientale.
Nella stessa ottica, anche attraverso il sistema degli appalti, sosterremo gli acquisti circolari preferendo prodotti disassemblabili, recuperabili, riciclabili e riciclati.
Finanzieremo azioni per creare una “Rete di Artigiani del Lazio per l’Economia Circolare”: perché il lavoro artigiano costituisce un patrimonio sociale e culturale che ben si adatta alla transizione verso l’economia circolare, in grado di mantenere vivo il tessuto nelle zone centrali e periferiche. L’artigiano durante le fasi di progettazione deve confrontarsi con l’esigenza di coniugare ricerca, tradizione e innovazione, riducendo l’impatto ambientale (eco-design), progettando i beni secondo i criteri di circolarità e contribuendo ad allungarne la vita, attraverso le attività di riparazione e manutenzione. Dalle competenze degli artigiani dipendono i cicli di vita di molti prodotti e le loro qualità possono sensibilmente estenderne la durata.
Ciclo dei rifiuti: prevenzione, raccolta differenziata e riciclo effettivo
La politica europea in materia di economia circolare pone al primo posto l’impegno alla riduzione (prevenzione) dei rifiuti e il potenziamento del riciclo effettivo. Prevenire e riciclare saranno i nostri impegni, decisivi per rendere la nostra regione autonoma sotto questo profilo ed in quest’ottica, confermeremo il massimo impegno per la raccolta differenziata nei prossimi anni.
In particolare per raggiungere gli obiettivi intendiamo:
- sostenere la realizzazione di impianti necessari al riuso e al riciclo dei materiali, tra cui anche centri del riuso e composterie di comunità, poiché Il recupero di materia – in particolare nel caso delle “materie rare”, cruciali nell’economia digitale e rinnovabile – è obiettivo primario delle strategie comunitarie, nazionali e regionali;
- velocizzare le procedure autorizzative per gli impianti e per i prodotti derivati dai rifiuti, anche facendosi promotori, presso il Ministero dell’Ambiente e la Commissione europea, di misure per favorire prodotti e usi innovativi;
- estendere l’uso della Tariffa puntuale;
- continuare le iniziative di sensibilizzazione delle comunità locali, con un’attività di coinvolgimento volta a comunicare i vantaggi ambientali sociali ed economici di una azione amministrativa attenta in questo settore e a superare resistenze sui territori alla realizzazione di impianti;
- definire un sistema premiale per le amministrazioni che superano gli obiettivi regolamentari in materia di gestione dei rifiuti;
- attuare i criteri premiali per la prevenzione della produzione dei rifiuti come individuati dal Ministero dell’Ambiente, nell’ambito della revisione dei criteri ambientali minimi.
Nella stessa ottica di efficientamento vogliamo inoltre rafforzare le azioni per la riduzione dello spreco di cibo, aspetto troppe volte sottovalutato nella politica dei rifiuti.
Sul punto i tre ambiti sui quali agire sono:
- le case, dove avviene il 40% dello spreco, tramite la sensibilizzazione;
- le imprese, soprattutto quelle grandi dimensioni dotate di mense collettive, favorendo l’adozione di Criteri Ambientali e Sociali anche nell’organizzazione del loro servizio;
- le organizzazioni del settore alimentare (mense, bar, ristoranti, etc.) dove avviene circa il 60% dello spreco, rafforzando, in accordo con il terzo Settore, la logistica necessaria a recuperare le eccedenze verso chi ne ha bisogno.
Green Public Procurement
Il Green Public Procurement – i c.d. “appalti verdi”, con cui le pubbliche amministrazioni scelgono prodotti e servizi “verdi” – ha un ruolo chiave nella trasformazione in un’economia efficiente dal punto di vista dell’uso delle risorse. È uno strumento considerato con grande attenzione a livello europeo e ne vogliamo rafforzare l’utilizzo nei prossimi anni.
La Regione Lazio ha già intrapreso questo percorso, ma lo vogliamo seguitare con maggior forza.
Il nostro impegno è ad adottare criteri ambientali e sociali in tutti gli appalti dell’amministrazione regionali e degli Enti Parco; nelle procedure relative ai fondi comunitari e nelle procedure di gara di tutte le società regionali.
Vogliamo inoltre favorire la diffusione di tali criteri nelle amministrazioni locali del territorio regionale, con adeguati programmi di formazione e accompagnamento, e tra gli operatori economici per facilitare la loro partecipazione nelle gare pubbliche anche di altre regioni italiane.
Il nostro obiettivo è una Regione Lazio al 100% GPP.
Servizi ecosistemici
I benefici forniti dagli “ecosistemi” al genere umano – approvvigionamento idrico, produzione di cibo, riduzione dell’inquinamento dell’aria, riduzione dell’isola di calore, protezione da eventi catastrofici quali inondazioni e frane, riduzione del rumore, fertilità del suolo, capacità di assorbimento dei rifiuti, servizi di impollinazione, riduzione dell’incidenza delle malattie respiratorie – garantiscono il benessere generale, la qualità della vita e la prosperità dell’intera regione.
Per questo il nostro obiettivo – anche alla luce delle recenti trasformazioni della carta costituzionale e della considerazione del concetto di ecosistema e biodiversità – è il loro incremento: quantitativo e qualitativo.
In quest’ottica investiremo sulla ‘rinaturalizzazione’ di molte delle aree regionali che costituiscono un patrimonio di biodiversità e sul recupero di suoli non impermeabili per la loro capacità di assorbimento delle acque piovane durante le precipitazioni. E, ancora, su azioni di tutela dell’habitat per uccelli e altri animali e sulla realizzazione di infrastrutture verdi. Gli interventi andranno nell’ottica di migliorare la tutela dell’ambiente, il patrimonio agro-boschivo e idraulico e i sistemi di controllo e prevenzione.
Progetto Ossigeno
Il progetto “Ossigeno”, diretto alla piantumazione di 6 milioni di nuovi alberi e arbusti (uno per ogni cittadino del Lazio), è una delle migliori pratiche della Regione, considerata un’eccellenza a livello internazionale, come attesta il premio riconosciuto al progetto nel 2022 dalla United Regions Organization / Forum of Regional Governments and Global Associations of Regions (ORU Fogar). Lo rafforzeremo, con l’aumento di fondi in modo da aumentare il numero di arbusti piantati, in sinergia con l’investimento “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” finanziato dal PNRR che ha assegnato quasi 35 milioni di euro allo sviluppo dei boschi urbani e periurbani nell’area metropolitana di Roma.
Vogliamo inoltre rafforzare il monitoraggio e la consapevolezza degli esiti di questi interventi, migliorando la partecipazione nelle fasi successive, di forestazione e manutenzione.
Il ruolo delle Aree naturali protette
Negli ultimi dieci anni la Regione ha approvato 14 Piani di assetto dei Parchi, in alcuni casi dopo un’attesa durata oltre trent’anni; ha deciso l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica e della Riserva naturale di Tor Caldara; ha istituito 15 nuovi Monumenti naturali.
Vogliamo proseguire su questa strada. Per questo, insieme alla riforestazione intensiva urbana ed extraurbana, lavoreremo:
- per l’istituzione di nuove aree protette regionali, con l’obiettivo di raggiungere il 30% del territorio protetto entro il 2030 (tra cui, a seguito di accordo con le comunità locali, il Parco della Tolfa e dei Monti Ernici);
- per il sostegno e la promozione della multifunzionalità dei Parchi;
- per aumentare gli investimenti sulle produzioni agricole nelle aree protette.
Massima attenzione sarà dedicata alla manutenzione dei Parchi regionali e alla tutela del patrimonio arboreo attraverso:
- il controllo e la rendicontazione sulla qualità degli interventi;
- la determinazione di sanzioni per i trasgressori, anche privati;
- il contrasto alla Toumeyella ed in generale ad ogni invasione di parassiti alieni attraverso il potenziamento della ricerca degli insetti utili per la lotta biologica, il controllo e la rendicontazione dei trattamenti di endoterapia.
La stessa manutenzione dei Parchi, e la loro gestione quale area boschiva, producono biomasse che oggi sono classificate come rifiuti. In una logica di circolarità, esse dovranno, invece, divenire materia prima per impianti di produzione a biomassa, la cui realizzazione intendiamo prevedere e sostenere finanziariamente.
Il Distretto delle energie di Civitavecchia
Civitavecchia rappresenta un territorio strategico e simbolico della questione energetica nel nostro territorio. Per troppo tempo è stata un’area difficile, in cui non si garantiva l’equilibrio tra esigenze di impresa e della comunità. È una situazione che affronteremo. Nell’ambito di un azione di rilancio del territorio – attraverso la piena attuazione della Zona Logistica semplificata (ZLS) e cogliendo le opportunità dei fondi europei – per questa ragione abbiamo definito e approvato un progetto specifico per la sua transizione, in linea con le indicazioni europee.
Il nostro obiettivo è che l’area di Civitavecchia diventi un esempio di transizione verso le energie rinnovabili, con la creazione di parchi eolici ed un impegno deciso verso un modello di produzione di energia pulita. In quest’ottica il Porto, oltre ad essere una infrastruttura verde, diventerà un esempio di filiera industriale delle rinnovabili.
Il Tevere: navigabilità e ripristino dell’ecosistema
Il Tevere è un simbolo e un patrimonio di Roma e del Lazio. Il sistema di responsabilità pubblica e istituzionale che governa il fiume è confuso e frammentario. Così è impossibile rendere il Tevere un bene comune. Noi vogliamo restituirlo alla cittadinanza.
Per questo, in continuità con l’azione di ripulitura del Tevere già condotta, abbiamo impostato negli strumenti legislativi e di programmazione regionale un pacchetto di misure che combinano prevenzione del dissesto e rivitalizzazione delle sponde. Con l’obiettivo di restituire il fiume alla sua funzione di cruciale servizio ecosistemico e alla sua storica vocazione di comunicazione. In particolare:
- con un nuovo impulso alla Fondazione di partecipazione “Tevere per tutti” istituita con la legge regionale 1/2020 per incentivare i soggetti pubblici e privati a investire nella qualità e nella valorizzazione dell’ambito fluviale – coinvolgendo nella sua valorizzazione le realtà associative sociali, civiche e culturali – e per promuovere l’immagine del Tevere attraverso la riqualificazione del tratto fluviale urbano, come strumento per la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e turistico e per la crescita della competitività territoriale;
- con 15 milioni di euro del Fondo Sviluppo e Coesione già assegnati all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale per l’istituzione di un servizio di navigazione tra il nuovo Porto commerciale di Fiumicino e l’ex Arsenale Pontificio, sfruttando un tratto del fiume Tevere già sostanzialmente utilizzabile per la navigazione e che necessita solo di pochi interventi migliorativi;
- con ulteriori 50 milioni di euro della quota regionale dello stesso agli interventi necessari per il prolungamento del tratto navigabile, almeno fino all’isola Tiberina;
- con 27 milioni di euro destinati dal nuovo Programma FESR 2021-2027 alla realizzazione di infrastrutture verdi nell’ambito fluviale che, per la loro multifunzionalità e capacità di fornire servizi eco-sistemici, consentano iniziative di recupero e aumento del verde pubblico, di rafforzamento della permeabilità dei suoli, di contenimento del consumo dei suoli non urbanizzati: anche mediante le cinture verdi e la rinaturalizzazione del reticolo idrografico urbano.
La valorizzazione delle risorse naturalistiche e storico-culturali del Tevere – a partire da un Museo diffuso delle Civiltà Tiberine – e la sua navigabilità renderanno il fiume di Roma un’attrazione turistica di grande impatto per i visitatori – a partire dai futuri croceristi che attraccheranno nel nuovo porto commerciale di Fiumicino – e offrirà ai romani un nuovo strumento di collegamento ambientalmente sostenibile con il litorale laziale.
E accanto all’area del Tevere, lavoreremo anche sulle altre valli fluviali della nostra regione, valorizzandole con specifica attenzione alla dotazione di infrastrutture di prossimità e con una specifica attenzione alla mobilità dolce, con la realizzazione di piste ciclabili.
TRANSIZIONE ECOLOGICA: GLI INVESTIMENTI PER IL LAZIO DI DOMANI