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Il mio articolo completo per Il Riformista.
Le inondazioni sono il pericolo climatico più frequente e distruttivo, con conseguenze drammatiche a livello globale sulla salute. Abbiamo ancora negli occhi le immagini di Valencia oppure i ripetuti eventi in Emilia Romagna. A livello globale le inondazioni, tra il 2000 e il 2019, hanno colpito oltre 1,65 miliardi di persone, causando più di 104.000 vittime. I cambiamenti climatici stanno peggiorando questa situazione, modificando i modelli di precipitazione e rendendo questi eventi più frequenti e intensi. Tra il 2001 e il 2021, regioni come Australia, Russia, Nord America, Europa orientale e Asia meridionale hanno visto un aumento significativo dei giorni di inondazione rispetto al periodo precedente. Le proiezioni future sono allarmanti: se le emissioni di gas serra rimarranno elevate, oltre 97 milioni di persone potrebbero essere esposte annualmente a inondazioni significative. Inoltre, l’UNICEF stima che nei prossimi 30 anni circa 96 milioni di bambini potrebbero essere sfollati a causa di questi fenomeni. Tutto ciò, come si evince da uno studio di Y. Wu della Monash University of Melburne, pubblicato recentemente dalla rivista The New England Journal of Medicine, ha conseguenze sulla salute umana. Le inondazioni non hanno solo effetti immediati, come la perdita di vite umane, ma anche impatti profondi e duraturi, in particolare sulla salute mentale e fisica delle persone. Le persone sfollate affrontano gravi difficoltà psicologiche, con un aumento di disturbi come depressione, ansia. Bambini e adolescenti sono particolarmente vulnerabili. A ciò si aggiunge il rischio di malattie infettive, aggravato dalla contaminazione dell’acqua e dalle pessime condizioni igieniche che spesso seguono le inondazioni. Di fronte a queste sfide, è indispensabile adottare strategie integrate per mitigare gli impatti delle inondazioni e ancora una volta il concetto di salute deve essere inteso come integrazione di discipline diverse, one health. La prevenzione è fondamentale e passa attraverso investimenti in infrastrutture, ma anche nella riduzione delle emissioni di gas serra e nello sviluppo di soluzioni basate sulla natura, come il ripristino delle zone umide. La preparazione gioca un ruolo cruciale, con l’implementazione di sistemi di allerta precoce, programmi di sensibilizzazione e il coinvolgimento diretto delle comunità locali nella pianificazione delle emergenze. I sistemi sanitari devono essere potenziati per garantire una risposta efficace, sia durante che dopo un evento alluvionale e l’utilizzo di moderne tecnologie e della AI può essere di grande aiuto. Senza adeguate misure di adattamento, le inondazioni continueranno a generare danni sempre più gravi. Per affrontare questa sfida, è necessario un approccio integrato che combini prevenzione, preparazione, risposta e recupero, promuovendo una collaborazione intersettoriale e un impegno globale. Solo così sarà possibile proteggere le comunità più vulnerabili e ridurre gli impatti sulla salute e sul benessere delle persone.
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