LA MIA STORIA
Care amiche e cari amici,
forse molti di voi già mi conoscono, perché in questi anni abbiamo fronteggiato insieme la più grande emergenza sanitaria dei nostri tempi e, insieme, l’abbiamo superata: affrontando le comprensibili paure di tutti noi, guardando in faccia i problemi, agendo con rapidità ed efficienza, assicurando un giusto e uguale trattamento per ogni cittadino della regione.
È stata proprio la sfida della pandemia a convincermi di voler fare qualcosa di più, decidendo di candidarmi il 12 febbraio e il 13 febbraio come Presidente della nostra grande e bella regione: una terra unica, al centro del Mediterraneo e dell’Europa, fatta di coste, fiumi e laghi, di campagne e montagne, di antichi borghi, di piccoli e grandi comuni, con uno sterminato patrimonio di cultura, arte, ricettività, cibo. E con al centro la più bella città del mondo, culla della civiltà europea e della cristianità: Roma.
Guidare la Regione Lazio è un impegno enorme e non ho certo la presunzione di farcela da solo. Dovremo tutti dare una mano per cambiare, portando avanti e innovando il lavoro della giunta Zingaretti: questa è la sfida. Dovremo fare squadra per creare una grande, diffusa, fittissima rete di donne e uomini di buona volontà. Saranno loro, saremo noi, tutti insieme, a costruire un grande progetto di partecipazione che porterà il Lazio verso il futuro.
Ma che cos’è il futuro? Nella mia visione, il futuro è una vita più agevole, fatta di cose che funzionano, di infrastrutture moderne, servizi fruibili e avanzati per il benessere delle persone, delle famiglie e delle imprese. Ma è soprattutto il lavoro, dignitoso e giustamente retribuito. Insomma, un futuro semplice con una Regione amica. Ecco cosa voglio realizzare con voi nei prossimi cinque anni.
Sono sicuro che insieme ce la faremo. Per quello che mi riguarda, ci metterò esperienza, determinazione, cuore. Perché sono uno di voi. Sono nato in un quartiere popolare di Roma, da ragazzino ho studiato ma ho anche aiutato la mia famiglia per la prematura scomparsa di mio padre, un artigiano, avvenuta quando avevo quattordici anni. Grazie a mia madre e ai miei affetti sono andato avanti. Vivo con la mia famiglia in una borgata storica di Roma.
Questo sono io. Delle mie origini vado fiero, non le dimentico. In gioventù ho conosciuto la politica da militante, ho frequentato le istituzioni e la cosa di cui vado più orgoglioso è il titolo di Ufficiale al merito della Repubblica Italiana, che mi è stato conferito dal Presidente Sergio Mattarella per la gestione della pandemia. Ma chi mi conosce sa che non sono mai cambiato. Per tutti resto ancora Alessio, animato dalla passione civile nel risolvere i problemi della mia comunità.
E dunque andiamo avanti, costruiremo un futuro semplice.
